Storia

LA NASCITA DELLA SEZIONE

Anno di "grazia" 1945 (almeno nella seconda parte), perchè nella prima ci furono gli ultimi mesi di guerra: bombardamenti, coprifuoco, retate, combattimenti, ecc.. Si torna a respirare, a muoversi liberamente, a ritrovare gli amici, a rivedere persone da tempo lontane (prigionia, internamento, ecc.). E' così che nasce l'idea di associarsi per fondare anche a Giussano una Sezione del C.A.I.. Non che prima mancassero del tutto gli iscritti al Club Alpino, alcuni erano iscritti alla Sezione di Carate, altri a quella di Seregno. Molti andavano in montagna e fruivano dei Rifugi C.A.I. senza essere iscritti. L'associazionismo escursionistico (raramente alpinistico) si esplicava talvolta nell'ambito dell'Opera Nazionale Dopolavoro e dell'Oratorio maschile. Fu così che iniziative circoscritte, dovute a gruppi ristretti , confluirono nella costituenda Sezione. E' del 4 agosto 1945 una prima riunione di circa 70 appassionati in Via Addolorata. Di lì a poco si tiene una regolare assemblea con lo scopo dichiarato di costituire la Sezione. Il vero attivista di questa fase preparatoria fu Luigi Ballabio (classe 1910, da non confondersi con l'omonimo che nel '52 doveva vivere una tragica vicenda sul Sassolungo). Una fitta trama di contatti e trattative portò subito alla costituzione del Consiglio Direttivo. Venne nominato Presidente il Rag. Luigi Sala, seregnese di nascita, giussanese di adozione per aver sposato una giussanese. Venne anche nominato Cappellano, Don Abramo Gianola, originario di Premana, coadiutore per tanti anni a Giussano e parroco di Carugo dal 1946 al '77, che per onorare la nomina scalerà pochi giorni dopo il Disgrazia con E. Colombo e C. Ballabio. Il primo Consiglio restò in carica 11 mesi, durante i quali vennero organizzate diverse gite (in Grignetta, in Valbrona, ai Piani Resinelli, al Bisbino, al Grignone) e serate di proiezioni di soggetto alpino. La neonata Sezione dovette accontentarsi dei mezzi allora disponibili. Il trasporto collettivo avveniva su autocarri, talora scoperti, talaltra coperti da tendone, con panchine tutt'altro che confortevoli. Il 2 gennaio 1947 nasce nella Sezione lo SCI-CAI e viene così incrementata l'attività sciistica, anche di tipo agonistico, mentre dal 10 al 17 agosto si tiene a Planpincieux per la prima volta il campeggio del C.A.I. Fra le tante manifestazioni svolte assieme vi è anche la famosa gita del 15 OTTOBRE 1967 ai Roccoli Lorla, cui parteciparono ben 160 persone dove si svolse per la prima volta la corsa a coppie miste che diede origine alla Castagna d'Oro

LE ATTIVITA'

Tra le pagine che raccontano la storia della nostra sezione non può non essere riservato uno spazio proprio ed autonomo a tutte le attività collegate alla pratica dello sci di fondo. Già nei primi anni '70, quando ancora le piste erano tracciate con l'utilizzo di tronchi il germe dello sci di fondo era presente nella nostra Sezione. Con sci di legno che nulla avevano a che vedere con i moderni sci in carbonio, sempre alle prese con problemi di scelta della sciolina più consona al tipo di neve, alcuni nostri soci si cimentavano sulle poche piste allora disponibili. Da questa genesi è scaturita la prima iniziativa sezionale di assoluto rilievo: il corso di sci di fondo. Correva il 1977 ed un gruppo di una ventina di nostri soci partecipava ad una serie di uscite domenicali con mezzi propri in località Pian del Tivano. Da questa prima e positiva esperienza sarebbe poi scaturito l'anno seguente il primo e vero proprio corso di sci di fondo ufficialmente promosso e proposto dalla Sezione sempre al Pian del Tivano e con la consulenza tecnica dei maestri della locale scuola di sci. L'immediato successo riscosso dall'iniziativa segnò l'ingresso del corso di sci di fondo tra gli appuntamenti costanti ed inamovibili della nostra attività sezionale. Negli anni a seguire il sempre crescente numero di appassionati coinvolti orientò i promotori ad individuare nuove mete, a spingersi oltre confine per scoprire le piste di San Bernardino, St. Moritz, Pontresina e in Italia a percorrere i tracciati in Valtellina e in Valle D'Aosta. Allo stesso modo nei primi anni '90 nasce il corso di sci di discesa, con un piccolo gruppo di soci che in auto raggiungono il Monte Pora (Presolana) per il primo corso. Negli anni successivi l'aumentato interesse per questa specialità porta la sezione a strutturare l'attività in modo organico e sistematico. Nel 1985 invece muove i primi passi l'Alpinismo Giovanile sotto la guida dell'allora presidente che con un piccolo gruppo di amici organizza per gli alunni delle scuole Medie un programma di "ESCURSIONISMO GIOVANILE" denominato "IN MONTAGNA CON NOI" . Questa iniziativa suscita subito entusiasmo nelle famiglie e in modo speciale nei ragazzi fino al punto che saranno in 15 a iscriversi e a partecipare alle quattr uscite programmate. Fu questa l'occasione in cui si sperimentò la possibilità di portare i ragazzi in montagna. L'esperienza lasciò il segno, tant'è che nel 1989 la sezione sostenne l'adesione di un socio al Corso per Accompagnatori di Alpinismo Giovanile. Si tenne nel 1991 il primo corso ufficiale di Alpinismo Giovanile con un gruppo di 17 fra ragazzi e ragazze. Negli anni più recenti sono state promosse con successo nuove attività quali lo snowboard, il nordic walking e le visite culturali. In tutti questi anni la sezione di Giussano ha potuto vantare gloriose conquiste: dalle cime del Monte Bianco e del Cervino, alle verticali pareti del Sassolungo e anche all'estero, in Patagonia, la cima dell'Aguja Mermoz. Purtroppo dobbiamo però ricordare anche che qualche volta la montagna ci ha chiesto più di un amico, strappandoli dalle pareti delle Dolomiti o dalla più vicina Grignetta. A loro va il nostro più caro ricordo. All'occhio attento del lettore non sarà certo sfuggito che le pagine della nostra storia hanno un unico filo conduttore: la passione e l'amore per la montagna sono comune denominatore di inossidabili amicizie e di un desiderio di profonda gratitudine per il grande dono della vita e del creato, sentimenti ben raccontati nel brano che segue e con il quale vogliamo chiudere la narrazione.

I CINQUE DEL CERVINO

Campeggio splendido in tutto: tra l'altro è risaputo che in materia di cucina il nostro C.A.I. ha sempre fatto invidia a tutti tanto che ....i clienti non hanno mai disertato. Quell'anno (era il 1958) anche il contorno era stato oltremodo favorevole: il tempo aveva del meraviglioso e la tenuta era pari alla voglia di fare qualcosa che valorizzasse ancor di più le ormai sacrosante due settimane di ferie: la "cattada" non poteva che completarsi con il Cervino meta tanto agognata quanto primizia per la nostra Sezione. Più entusiasta di noi predestinati era il "Commendatore" a godere di tanta conquista tanto che in seguito su quei cinque fece pure qualche innocente strofa. Il "Monte" per noi di pianura a quel tempo rappresentava il top del dilettantismo e farlo proprio significava acquisire una patente di rispetto, rappresentava cioè una promozione sul campo e la conseguente accettazione tra i frequentatori di montagna. La scelta stuzzicava un po' tutti com'era del resto naturale. La partenza per la "Testa del Leone" ci vide accompagnati dall'amato presidente che non volle mollare i suoi cuccioli fino al punto che l'età gli permetteva. Prima di coricarci ci godemmo un tramonto da favola con un sole che rendeva lo scenario, per noi modesti neofiti dei 4000, come un qualcosa di irreale al punto che oltre le ore 20:00 riuscimmo a strappare alla natura, con macchina d'altri tempi e tutta da calibrare, la più bella foto allora da noi in circolazione. In rifugio si conobbe il famoso Jean Pellissier già avanti con gli anni ma ancora in fama di eccelso accompagnatore. In tre cordate da due e con una sola guida la vetta venne guadagnata per le 07:30. Non è il caso di illustrare nei particolari la scalata ma il tempo impiegato destò il compiacimento della nostra stessa giovane Guida. La discesa venne guadagnata rapidamente e in allegria per il motivo che chi ci accompagnava aveva dato appuntamento alla morosa e voleva evitare che questa girasse i tacchi per colpa dei clienti: non c'era verso di fargli entrare in zucca che il nostro collo valeva più di qualsiasi gonna. Pazienza! Lasciamo immaginare l'accoglienza del Commenda come bonariamente chiamavamo il nostro papà: probabilmente regalammo a Lui tanta gioia da non più dimenticare. "Caro Presidentone, quanto poco ti bastava per renderti sereni i pochi giorni di svago che solo la montagna sapeva donarti. Non scorderemo mai più l'entusiastica festa donataci per trofeo che desideravi adornasse la Tua Sezione. Chissà cosa faresti oggi che i nipotini, fattisi adulti, vanno per il mondo per ben altre conquiste. Ma Tu eri fatto così, di forza e di bonomia. I Tuoi cinque però Ti hanno nel cuore e sanno che Tu ancora li segui con l'affetto di allora. Ora permettici: ciao Presidente!"